Padoan cambia toni

La tiritera entusiastica

Il ministro dell’economia Padoan, ha cambiato improvvisamente idea e da scettico che sembrava al meeting di Rimini, la settimana scorsa, si è convinto alle ragioni dell’ottimismo. Un quadro favorevole dell’economia, ha detto in un intervista a “Il Messaggero”, potrebbe consentire al governo di gestire più agevolmente i tagli di tasse annunciati dal premier. Non si tratterebbe solo della la casa, ma persino di altro a cui si sta lavorando. Accontentiamoci al momento del solo taglio delle tasse sulla casa. Prediamo volentieri atto che non sia un'azione estemporanea del governo, “ma parte di una strategia fiscale iniziata nel 2014 con gli 80 euro, proseguita nel 2015 con il taglio dell'Irap, e che continuerà fino al termine della legislatura”, come ha spiegato Padoan. Non dubitiamo di questo. Semmai non vediamo il miglioramento delle condizioni generali. Il ministro Padoan ha ascoltato il governatore della Bce Draghi? Perché a leggere l’intervista al quotidiano romano sembrerebbe proprio di no. Draghi parla di stime della ripresa più lenta quando Padoan descrive un quadro favorevole. Forse che Padoan vuole smentire il governatore della Banca centrale? O forse, nel governo, con tutte le difficoltà insolute, ci si inizia ad abbandonare alle illusioni? Temiamo la seconda, altrimenti un uomo esperto come Padoan non avrebbe sottovalutato le tensioni tra Bruxelles e Roma proprio riguardo il taglio della Tasi. “Perché mai Bruxelles dovrebbe dire no alla cancellazione delle tasse sulla prima casa?”, si è chiesto Padoan. Il punto è che invece Bruxelles l’ha proprio detto no e indipendentemente che abbia ragione o meno è un bel guaio. Bruxelles vede le difficoltà economiche dell’eurozona, mentre Padoan legge con entusiasmo i segni di ripresa. E sostiene che l'Italia sia tra i pochi Paesi con un deficit sotto il 3%. Se è così, certo, questi sono ottimi argomenti da far valere. Ma se tutto si basa sulla presunta accelerazione del Pil con cui Padoan ritiene che le stime contenute nel Def possano essere migliorate, abbiamo serie ragioni di perplessità. È un miglioramento lo 0,2% in più? Siamo sicuri? Perché a noi sembra una delusione e lo stesso Padoan ci era parso a Rimini, deluso e preoccupato. Oggi è diventato giulivo quasi fosse il Saccomanni della “crisi è finita”. Tutto starebbe andando per il meglio, persino gli 80 euro elargiti dal governo, hanno trasformato l’economia italiana. Purtroppo, lo scriviamo per una lunghissima esperienza, quando i ministri dell’Economia iniziano a intonare la tiritera dell’entusiasmo, il governo è prossimo ad andare a rotoli e la crisi ad aggravarsi.

Roma, 4 settembre 2015